Mele in Calabria: la “Ràdica” di Rosita Mastrota
Pensare alla coltivazione delle mele in Calabria per molti sembrerà strano. Siamo abituati a identificare questo frutto delizioso con l’Alto Adige e altre zone d’Italia. Distanti dalla Calabria, diverse per clima.
Eppure, l’intuizione per Rosita Mastrota, 30enne di Cerchiara di Calabria (Cs), è quel seme che ha fatto le differenza. Con il tempo e la tenacia ha innaffiato la speranza. Fino a farla crescere, diventando tanti alberi che sul Pollino donano mele antiche calabresi e altre varietà commerciali.
Frutti che Rosita esporta in tutta Italia, persino a Bolzano. Incredibile, vero? Questione di “Ràdica” – termine che ricorre spesso nella chiacchierata con questa giovane agricoltrice calabrese – che dà il nome all’azienda agricola familiare.
E pensare che tutto è nato da terreni, eredità dei nonni, vocati essenzialmente a pascoli, grano e cereali.
Vieni con me!
Coltivazione mele sul Pollino: dalle prime 100 a 1500 piante
“La coltivazione delle mele non era tra i miei piani. Infatti, come accade a tanti, finito il Liceo non volevo andarmene dalla Calabria. Certo, non potevo, però, starmene senza far nulla. Avevamo ereditato 19 ettari di terreni tra San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara di Calabria e Terranova del Pollino.
Grazie alla partecipazione a un bando sperimentale del consorzio del Pollino, dieci anni fa abbiamo convertito questi agri in meleti. Abbiamo piantato 100 piante di melo. È stato un salto nel buio”, mi racconta Rosita.
Parla piano: vicino a lei c’è Maria, la secondogenita di pochi mesi, che sta facendo la nanna, mentre lei sistema cassette di mele pronte per la spedizione.
Con il padre Vincenzo e il fratello Danilo hanno iniziato questa avventura. “Ci abbiamo creduto, continuando a piantare meli. Era una scommessa con noi stessi: infatti, ignoravamo questa materia. Ma non ci siamo scoraggiati: abbiamo studiato, viaggiato in Trentino e anche all’estero per consultare e imparare le tecniche dagli agronomi. Insieme ce l’abbiamo fatta. Ora le piante di mele sono 1500”.
L’azienda agricola Ràdica: mele antiche calabresi e commerciali
Dei tre meleti sul Pollino, due sono in Calabria, altro in Basilicata. Un confine che potrebbe sembrare lungo: in realtà, tra il terreno di Cerchiara e quello di Terranova ci sono soltanto 30 metri di distanza in linea d’aria. Eppure, le stesse varietà di mele hanno un colore e un sapore diverso, grazie al differente microclima e alla diversa esposizione delle piante.
“Abbiamo recuperato alcune varietà autoctone di mele, sia gialle che rosse, succose. I nomi non li sappiamo, per lo più sono legati a cognomi dei proprietari dei terreni e a termini dialettali. Una varietà antica di mela gialla è chiamata “Puma lappia”; una di mela rossa, lucida “Mela all’olio”. Poi c’è la “Pumicedda”, una mela rossa, piccolina”.
E, restando nel gergo dialettale, Rosita mi spiega anche perché l’azienda agricola di famiglia si chiama “Ràdica”. Termine che, nel dialetto di Vincenzo, suo padre, significa “cocciutaggine”; mentre in quello di Maria, la madre di Rosita, indica la “radice”. A ben vedere, quindi, racchiude tutta la bella storia di questa famiglia e dell’agricoltura attenta che seguono sul Pollino.
Credendo con testardaggine in quel che fanno, mettendo acqua in quella radice che si dipana sotto la terra e fa nascere tanti frutti e progetti nuovi.
L’agricoltura attenta: la raccolta delle mele sul Pollino
“Abbiamo piantato più di cento meli selvatici, innestando varietà diverse. Da qualche anno, coltiviamo anche frutti di bosco, more, ribes bianchi e neri. Ci sono poi i mirtilli: abbiamo iniziato con 25 piante. Oggi sono più di 3mila. Sin dall’inizio abbiamo scelto un’agricoltura attenta alla natura.
Abbiamo piantato vicino alle nostre colture delle piante, come le rose e la lavanda: ci dicono, nella loro essenza naturale, se i meli sono in salute o stanno per essere attaccati da malattie. Indicano la via anche gli insetti e le api, indaffarate nell’impollinazione. Non facciamo nessun trattamento che non sia biologico”, continua Rosita.
Maria dorme beata. Presto, però, sarà l’ora della poppata e di prendere Flora, l’altra piccolina di Rosita. Il suo entusiasmo coinvolge, quasi a prendere forza da quegli alberi che, da ottobre a novembre, sono punteggiati di mele rosse e gialle.
Stagionalità e sperimentazione: la scommessa di Rosita Mastrota
“Raccogliamo solo in quel periodo. Sono settimane molto intense ma belle. Il frutto deve essere saputo raccogliere per non rovinare la pianta. Vengono a darci una mano anche gli altri della famiglia. È come una festa: proprio come avviene per la vendemmia. Le mele hanno una loro stagionalità che rispettiamo: la vendita diretta e tutte le spedizioni in Italia avvengono in questo periodo. Al massimo le conserviamo per 2/3 mesi”.
Per lavorare tutto l’anno, Rosita ha deciso di piantare i frutti di bosco e di puntare, così, sugli open day in estate. In questi mesi, le porte dell’azienda si aprono: si fanno tour per spiegare tutte le fasi e acquistare direttamente sul campo.
Restando in tema di sperimentazione, c’è un fatto curioso che mostra il legame tra Rosita e il padre. Mentre me lo racconta, non trattiene una risata carica di amore: “Oltre alle mele, sui nostri ettari ci sono seminativi, pascolo e degli uliveti. Cinque anni fa proposi a mio padre di piantare anche i frutti di bosco. Mi prese in giro: per lui non conveniva coltivare ‘i ruvett’, ossia quelle spine che spuntano dai terreni e ne impediscono il passaggio”.
Confetture di mele: 8 tipi deliziosi
Sono l’uno l’ombra dell’altro, Rosita e il padre. Alla fine, sui lamponi e gli altri frutti rossi l’ha spuntata lei. Il tempo le ha dato ragione. “Litighiamo sempre. Apparteniamo a generazioni diverse. Io penso più a lungo termine. Ma divisi non potremmo stare.
Abbiamo iniziato insieme questo progetto con mio fratello Danilo, perito agrario. È questo quel che voglio che le nostre mele raccontino: il prodotto che mostri la parte emozionale, il territorio, la nostra storia di famiglia. Perché non c’è nulla di inventato, ma è tutto davvero naturale”.
Ci sono poi le confetture. Per la produzione Rosita si affida a laboratori esterni. Nella linea, anche mix particolari, come mela e peperoncino; mela e liquirizia; mela e zenzero; mela e lavanda.
“Spero di dare il valore che può apportare ogni donna nell’agricoltura. All’inizio, quando andavo a proporre e vendere il prodotto, mi guardavano con diffidenza. Adesso, le cose per fortuna sono cambiate. C’è, però, molta strada da fare. Sono, comunque, una donna serena. Vivo nella natura. Ho una famiglia che è essenza pura. E tanti sogni da realizzare”.
Maria, intanto, si è svegliata. Rosita la prende in braccio e inizia a cullarla. E io, dall’altra parte del telefono, mi lascio trasportare da quest’onda di amore che sul Pollino, tra terra e mare, ha generato un’altra bella storia di Calabria.
Stupendooo!! 🍏 🍏 🍏
Veramente una bella storia
È bellissimo scoprire nuove eccellenze della nostra Calabria , della nostra provincia , di giovani che hanno il coraggio di fare impresa . Mille sacrifici e la voglia di crederci sempre , complimenti a questa coraggiosa ragazza . Grazie a te Alessia che ci fai conoscere queste belle esperienze di vita e di lavoro .
Brava complimenti !
Ciao e benvenuta su ottenove.
Troverai tante belle storie di Calabria.
Abbracci,
Alessia
Vero Giu’: la terra dà sempre i suoi buoni frutti.
E noi ne sappiamo qualcosa!
Grazie a te per il sostegno. Da sempre.
Abbracci,
Ale
Sì, mi viene voglia di dedicarmi alla campagna. Faremo come papà? Chissà!
Abbracci sis. Love u!
Ale
Da vedere assolutamente questo meleto.
Che ne dici?
Abbracci Raffo