Fondazione Lilli: musica e ricerca per la lotta contro i tumori
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La Calabria e lo spartito delle emozioni
Oggi ti parlo della Fondazione Lilli: musica e ricerca contro i tumori. Davanti a te la Calabria e lo spartito delle emozioni.
I legami sono come ancore per non andare a picco. In una società “liquida”, sempre più disconnessa, quelle relazioni profonde superano anche i confini terreni e raggiungono le stelle. Ognuno di noi avrà, infatti, i suoi puntini che, nella volta celeste, indichiamo sin da piccoli per pensare a chi è partito per un lungo viaggio, immaginando solo il meglio.
Maria Pia, Michele, Francesca Funaro quella stella che “va dritto al mattino” la guardano ogni giorno. La toccano posando la mano sul cuore, gli occhi sulle foto e sul sorriso della sorella Lilli, pazza di vita, di musica, di umanità, partita per un viaggio senza bagaglio. Leggera come la sua anima.
Per tutti Lilli
Liliana, Lilli per tutti, a 29 anni ha dovuto lasciare il suo sogno di diventare medico, di aiutare i più poveri, quelle con le ferite sull’anima e sulle mani; ha dovuto rinunciare ai suoi progetti, alle serate in spiaggia in comitiva, con chitarra e ritornelli che si adagiano sulle onde del mare, agli amici sparsi per il mondo, e a tutto quel che una ragazza della sua età spera per sé e per gli altri.
Lilli da Cosenza si era trasferita a Roma per studiare Medicina.
Mancava poco alla sua laurea, ma un tumore al cervello con recidiva l’ha messa di fronte a una sfida dura. Lilli ha lottato.
Prima cure di protocollo, poi sperimentali; viaggi in lungo e in largo; preghiere, speranze fino all’ultimo, anche quando, lei futuro medico, ben capiva che la clessidra aveva pochi granelli in serbo.
Se n’è andata con l’armonia nel cuore, che ha riempito le strade e le stanze dell’anima; con gli amici che hanno trasformato il suo ultimo giorno terreno in un concerto, in un coro di voci che germoglierà finché musica c’è.
Fondazione Lilli: musica e ricerca contro i tumori
Ora, a Cosenza, in quello che doveva essere lo studio medico di Lilli, c’è la sede della Fondazione che porta il suo nome: una realtà, infatti, concreta che opera in Calabria per dare un solido contributo alla lotta contro i tumori. Sostenendo la ricerca e, pertanto, aiutando i giovani ricercatori a investire a queste latitudini, invece di partire e condensare quella fuga di cervelli che penalizza e annichilisce.
Parte di una rete di associazioni calabresi impegnate nel sociale, la “Fondazione Lilli Funaro” è una onlus con iniziative che mostrano il lato bello di questa terra, quello che tende la mano e regala sorrisi, speranze.
Com’è nato tutto
«Amava Pino Daniele. L’ascoltava continuamente. Quante volte è partita per uno dei suoi concerti. Che entusiasmo aveva Lilli. Il dolore per la sua dipartita in cielo non si può certo arginare. Il suggerimento di Anna Teresa Spadafora, professoressa di Lilli, ci ha dato, quindi, la spinta giusta: Lilli poteva continuare a vivere, non solo nel ricordo, in quel nostro cuore che ha battiti accelerati per lei, ma in una fondazione che coniuga la ricerca oncologica, la musica e la solidarietà», mi dice Michele.
Michele, Maria Pia e Francesca nel ricordo di Lilli
È un ragazzo dal cuore grande, sorridente, entusiasta della vita, che, infatti, ringrazia per ogni singolo istante regalato. Così come le sorelle Maria Pia e Francesca che «hanno deciso fossi io a presentare i concerti solidali della Fondazione. Sai quanto possono essere convincenti le donne, poi se sono le tue sorelle! Il pensiero, senza nessuna retorica, è sempre per Lilli. Per lei le prime note, in un coro che si espande e racchiude le voci di quanti assistono agli spettacoli e contribuiscono alla ricerca».
La primavera della solidarietà
Ogni anno, infatti, la “Fondazione Lilli Funaro” organizza la “Primavera della solidarietà”, momenti legati alla musica e alla promozione della ricerca scientifica. Sullo spartito ogni nota è posizionata per far suonare l’emozione e il sostegno alla ricerca.
A inizio marzo c’è stato l’annuale convegno scientifico al Ridotto del teatro “Rendano” di Cosenza, un evento che da quindici anni vede l’assegnazione di borse di studio a ricercatori calabresi che si sono distinti per i migliori progetti di ricerca sul cancro.
«Quest’anno abbiamo raggiunto la cifra di 170 mila euro destinati ai progetti di ricerca da quando la Fondazione è stata costituita per ricordare Lilli. È uno stimolo per continuare qui, in Calabria, e dare le possibilità ai tanti giovani ricercatori di restare», continua Michele.
I vincitori delle borse di studio
C’è un comitato scientifico che valuta i progetti (tutti oncologici) per poi assegnare le borse di studio. Quest’anno i vincitori sono stati Carmelo Gurnari (borsa di studio Lilli, di 5 mila euro), Anna De Bartolo (borsa di studio di 5 mila euro) ed Enrico Iaccino (premio “Irene Mancuso”, mille euro).
«Accanto alla presentazione dei risultati ottenuti grazie anche ai fondi erogati dalla Fondazione, i giovani ricercatori hanno avuto modo di presentare quanto si sta studiando nei diversi settori della ricerca di base e in quella transazionale, in modo da rendere sempre più chiaro il nesso inscindibile fra laboratorio e clinica, tra ricerca di base e innovazione terapeutica», precisano dalla Fondazione.
Restare in Calabria
E di ricercatori che hanno deciso di restare in Calabria, continuare qui la loro attività, investire in questi luoghi anche grazie alla borsa di studio destinata dalla “Fondazione Lilli Funaro” ce ne sono, infatti, tanti.
Uno dei primi è stato Luca Gelsomino, di Rende, paese vicino il capoluogo brutio. «Avevo 25 anni. Mi ero laureato da poco in Farmacia all’Unical. Ero in cerca di lavoro, sospeso tra l’idea di partire e quella di restare nella mia terra. Un giorno partecipai al convegno scientifico della “Fondazione Lilli”. Ci pensai e qualche giorno dopo inviai la mia candidatura per la borsa di studio con il progetto condotto sulla tesi nei laboratori di Patologia chimica diretti dal professor Sebastiano Andò.
Il progetto – continua Luca – s’incentrava sulle cellule di carcinoma mammario resistenti alla terapia endocrina (meccanismi molecolari). A maggio fu grande la sorpresa: vinsi la borsa di studio di 5 mila euro».
La ricerca: il 5 per mille
Da allora Luca Gelsomino, grazie a questo contributo, ha potuto continuare il suo progetto, lavorando nello stesso laboratorio dell’Unical. «Ho fatto delle esperienze di studio all’estero. Ma ho deciso di restare in Calabria: voglio dare tanto alla mia terra. Non smetterò mai di ringraziare la “Fondazione Lilli” che ha completamente cambiato la mia vita professionale».
La consegna delle tre borse di studio è il frutto dei proventi del 5 per Mille e dei “Concerti per Lilli” con un doppio appuntamento a marzo: il primo, “Incontro e musica tra Faber e Gaber” di Neri Marcorè, ha registrato il sold-out; giovedì 21 sarà la volta di Luca Carboni con il suo “Sputnik tour”.
In 15 anni di attività, molti artisti per Lilli
«In questi quindici anni di attività sul palco ci siamo emozionati con i concerti di Samuele Bersani, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Brunori Sas e tanti altri». Tutti per Lilli, «una delle persone più buone che abbia mai conosciuto», mi confida Michele. Parla a nome della famiglia: lui e le sorelle hanno tanti ricordi di Lilli, come forti e indelebili quelli che custodiscono i genitori Ernesto e Tiziella.
Una famiglia compatta, i Funaro; unita, proiettata verso il sociale; sempre in prima fila per la ricerca contro i tumori, per la solidarietà che corre su diversi binari senza mai perdere treni; pronta ad applaudire e a ringraziare tutti gli artisti e le loro performance canore. Con umiltà. «Non riesco a descrivere l’emozione che abbiamo provato quando ad agosto di nove anni fa con la Fondazione siamo riusciti a portare, all’anfiteatro di Cirella, Pino Daniele, il cantautore preferito di Lilli. Non potrò dimenticare le sue parole, lanciate in cielo per Lilli. Ci si è aperto il cuore, come a tutti i suoi amici e a quanti ci sostengono in questa avventura. Sono certo l’abbia sentito pure lei».
Le foto sono state concesse dalla “Fondazione Lilli Funaro”.
Grazie a Francesco Albino per alcuni scatti pubblicati in questa storia.
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