Viaggio nell’arte di Francomà, pittore per nascita
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In punta di piedi, inizio il mio viaggio carico di emozioni nella casa-studio di Franco Magli, per tutti Francomà da Rende, pittore per nascita.
Con la pittura e l’arte tra poco Francomà festeggerà le sue nozze di diamante: questo artista e intellettuale poliedrico con le sue creazioni porta tutto a un livello superiore. E le sue opere, in tutti questi anni, sono state esposte in Italia e all’estero.
Un lunedì di alcune settimane fa, prima che il Coronavirus scombinasse le vite e le abitudini di tutti noi (#andràtuttobene), incontro Francomà, originario di Rende – cittadina a pochi chilometri da Cosenza – che da anni vive a San Lucido, sulla costa tirrenica cosentina (non poi così lontano da Fiumefreddo ricordi?).
Il pittore Francomà e la moglie Anna Kapp
Non siamo soli: in questa nostra chiacchierata sull’arte, la semiotica, la pittura (e tanto, tanto altro ancora), c’è una dolce donna che ascolta me far molte domande e Francomà rispondere.
È Anna Kapp, moglie di Francomà, conosciuta acquarellista calabrese.
Una coppia di pittori, di creativi: ognuno nel proprio studio dipinge, crea ma vive la quotidianità insieme in questa casa bianca che svetta sul Mar Tirreno, tra gatti che miagolano e fiori che cominciano a spuntare sotto alberi da frutta.
Una famiglia di artisti
Come a dire che Francomà è arrivato da una famiglia di artisti per poi approdarne a un’altra: «Sono pittore per nascita. Mio padre era pittore, decoratore di Rende. Io e mio fratello Luigi abbiamo annusato quegli odori, visto ripetersi all’infinito quei movimenti, spronati a non dar nulla per scontato».
Questo pittore calabrese fa parte della generazione di artisti “post-meridionali”, che hanno deciso e scelto di dipingere e vivere nel Sud della Penisola senza aver complessi di inferiorità.
Anzi, le radici, i luoghi, quei suoni e quei colori che conoscono dalla nascita sono come un fluido per una ricerca che spazia e supera i confini di una ricerca artistica che non conosce fermate.
Con Francomà il percorso di emozioni
Di fronte a me ci sono due quadri grandi “Le figlie dell’ortolano” e “Le figlie di Marea”: queste, come altre donne che Francomà raffigura, i movimenti dei suoi personaggi, quei colori: tutto lascia il segno non solo sulla tela, ma anche lungo quel percorso di emozioni che mi accompagna in questo viaggio.
Interpretare il messaggio che Francomà vuole trasferire su tela è difficile. Mi faccio cullare da quel blu, dal rosso magenta, dal giallo; mi soffermo su tutti gli altri che vengono a galla, in questo viaggio nell’arte.
E capisco bene perché Francomà dice, senza spocchia, di essere pittore per nascita: appena osservo un primo, piccolo dipinto, fatto quando aveva sei anni. Se ne sta in mezzo a una parete bianca, quasi a far capire le origini, quell’arte che lui e il fratello Luigi – anche lui pittore, docente all’Accademia delle Belle arti di Catanzaro – hanno sentito scorrere nelle vene sin da bambini.
Tutte le domande che riconducono al reale perdono il loro sostrato e si ricollocano altrove. E mi lascio prendere da quelle mani e dalla loro posizione nel dipinto; ammaliare dai sorrisi dei personaggi; fantasticare con quel loro volteggiare in aria; e l’horror vacui barocco, con tutte le sue implicazioni e le sue dinamiche, non mi fa affollare i pensieri ma crea entusiasmo nell’immaginazione.
L’arte è cultura: opere di Francomà
«I miei lavori si strutturano su un apparente palinsesto narrativo, aperto alle letture più disparate (opera aperta), ma il fine ultimo resta sempre quello di provocare una “emozione” anche in chi non è addentro alla storia dell’arte», spiega Francomà.
Non smetto di guardare un quadro che, dalle pareti della casa di Francomà e Anna Kapp, ne compare un altro. Alcuni sono finiti; poi ci sono bozzetti e anche tele di grandi dimensioni, come “La coda del pavone”.
«L’arte è soltanto cultura e “artista” è soltanto un “modo di essere”; il resto, quando c’è, è soltanto “mestiere”. Non dipingo la realtà: delle rappresentazioni dipingo l’idea», continua Francomà.
Tutto sembra catapultarmi in un mondo fiabesco, abitato da figure tribali e mitologiche: un mélange artistico che Francomà carica di dettagli. E lo fa portando al massimo la teoria dei colori complementari, perché il suo intento dichiarato è quello di far conoscere alle persone la pittura senza troppi giri di parole, ma lasciando il segno in pennellate sapientemente distribuite su tela.
La Calabria: altrove che senso ha?
Francomà, pittore che da sempre vive in Calabria, ha creato opere di grandi dimensioni, esposto in Italia e all’estero, realizzato pitture murali in luoghi privati, oltre a installazioni scenografiche e a sculture in terracotta.
Mai pensato di andare altrove, lontano dalla Calabria? «Mai e credo non penserò mai a questa eventualità. Si può fare ricerca artistica anche in Calabria. Operare in Calabria significa operare nei luoghi in cui si è nati. Certo, il problema potrebbe scaturire dal far conoscere l’opera da inserire in un contesto culturale qui difficile», spiega Francomà.
La pensa così anche Anna Kapp: prima di salutarci, mi mostra i suoi quadri. Quelle pennellate dolci, romantiche, sono come carezze che si posano su realtà riconoscibili o anche immaginate. Anche lei espone le sue opere in mostre in Italia – Francomà ha smesso da un po’ di anni – e, tra un tocco di colore e parole che sanno di empatia, di amicizia, di legami, ci abbracciamo.
Non prima di aver fatto un altro giro in questo vernissage solo per me: chiedimi se sono felice!
Le foto sono state gentilmente concesse da Francomà e da Anna Kapp.
Una recensione pregevole, complimenti e …. GRAZIE !!!!! Francomà
Grazie Alessia, un gradito incontro ed una bellissima recensione ….. un abbraccio …. Anna Kapp
Grazie a te per tutto il calore trasmesso.
Spero di vedere presto le tue meravigliose tele in una mostra.
Abbracci,
Ottenove
Grazie mille Francomà.
Immersa nella suggestione dei tuoi quadri e di quei colori che si stagliano verso emozioni incredibili.
Ottenove
In tutta onestà non conoscevo questo fantastico , emblematico, visionario artista. Perché è ciò che mi trasmettono le sue opere. Un viaggio che eleva la sua opera verso una realtà che va oltre , simbolica al massimo, quasi onirica. Bellissimo articolo. Ps: da una “pittrice” sconosciuta 🙏❤️
Ciao Valeria,
grazie del tuo prezioso feedback.
Il maestro Francomà è strepitoso. Grazie per le belle parole anche sull’articolo. Spero che la tua arte sia svelata presto al mondo.
Ottenove
Alessia