Sguardi e voci di dentro: la collezione di Stefano Bianco

Viaggio nell’arte del pittore calabrese, tra introspezione e pittoscultura

“Sin da piccolo seguivo mio padre. Lo guardavo mentre impastava il cemento nei vicoli di Cetraro. Ero attratto da quel processo di trasformazione che si realizzava davanti ai miei occhi. Credo che questa passione per la materia l’ho appresa proprio dal mio papà, per poi farne tesoro nelle mie opere”.

Il pittore Stefano Bianco all'opera

Stefano Bianco, pittore calabrese, nel suo laboratorio

Con un ricordo che si unisce al presente inizia la chiacchierata con il pittore calabrese Stefano Bianco. Da anni vive lontano da Cetraro, il paese adagiato sulla costa tirrenica cosentina, raffigurato sin nelle sue prime opere.

Stefano Bianco sazia la sua arte con la ricerca di nuove spazi e linguaggi. Vuole andare oltre la tecnica, la materia.

Con la pittoscultura, infatti, interagisce ancor di più con chi osserva i suoi dipinti, ispirati al mare, alla mediterraneità, alla Calabria. È qui, infatti, che appena può ritorna da Livorno per alimentare la sua linfa artistica. Abbracciare la sua mamma e ritrovare gli amici di sempre.

Il pittore calabrese Stefano Bianco: l’arte è introspezione

“Nell’ultimo periodo ho fatto dell’introspezione per capire meglio l’aspetto interiore delle persone. Come Lucio Fontana con i suoi tagli, voglio andare oltre la materia, oltre il bello esteriore. Mi aiuta a conoscere la parte più profonda, anche oscura, dell’essere umano”, racconta Stefano.

Profilo donna di colore su sfondo rosso: dipinto dell'artista calabrese Stefano Bianco

Profilo donna di colore su sfondo rosso, Bianco

Venti quadri compongono l’ultima collezione di questo pittore calabrese: sguardi di donne e voci di dentro.

In ognuno la creazione artistica diventa analisi, riflessione sull’universo interiore, ascolto.

Siamo al telefono: Stefano infila le parole una dietro l’altra con calma, felice di tanti progetti artistici legati sia alla pittura introspettiva che all’organizzazione di una mostra. Forse la farà in Calabria.

E se pensa a quando, nel 2001, ha iniziato a esporre, capisce che con tenacia è riuscito a portare la sua arte in tutta Italia e all’estero.

Nel riannodare i fili di questo gomitolo di emozioni e sudore, però, Stefano non si mette su di un piedistallo.

“Sai, ho iniziato con l’arte figurativa. Poi sono passato al minimalismo. Per ritornare al figurativo femminile, su tele di piccole dimensioni. Questa fase è legata alla psicologia dell’introspezione, al momento delicato che stiamo vivendo. Quasi a farci comprendere che è ora di creare ponti con gli altri, di saper ascoltare non solo la nostra voce”.

Il colore oro illumina i volti: venti quadri introspettivi

Volto di donna con pennellate oro (Fuori dall'inganno): quadro di Stefano Bianco

Fuori dall’inganno, Bianco

Volti di donne di straordinaria normalità sono protagonisti di questa pittura che descrive l’interiorità.

Occhi che raccontano un mondo, labbra che sembrano sussurrare quel che racchiude il cuore, ciocche di capelli arruffati, lineamenti del viso che spiccano in mezzo al resto.

È come trovarsi di fronte a una galleria in cui l’unicità segna il passo di ogni crescita, di ogni pensiero.

“Sono tutte immagini di volti che fuoriescono dalla penombra con l’uso del colore dorato. Le pennellate d’oro, infatti, aggiungono luce a quelle espressioni. Come nei gioielli, l’oro dà valore assoluto alle interiorità delle persone”, spiega Stefano.

La collezione non ha ancora un nome. Arriverà all’improvviso, come quella scintilla che alimenta il genio.

“Gestualità, istinto: li ho dipinti velocemente, senza seguire un ordine accademico. È stato un lavoro di pancia. Mi sono messo alla prova con il formato piccolo, rispettando la leggibilità di ogni opera”, racconta questo artista di Cetraro, paese del Tirreno cosentino con uno straordinario tessuto artistico.

La Calabria è fonte di continua ispirazione artistica

Stefano Bianco da qualche anno abita a Livorno, dove lavora nella segreteria di una scuola. Sì, perché pensare all’artista che vive delle sue opere è un miraggio troppo lontano ai più.

E qui viene il bello.

La forza per Stefano, come per tanti pittori italiani emergenti, sta proprio nel continuare a dipingere, a trovare ispirazione. A creare.

quadro della collezione

Dalla collezione “Waves”, Bianco

“Primo insegnavo a Pavia grafica pubblicitaria. Ma non avevo tempo per dedicarmi alla pittura. Sono passato in un altro settore scolastico. Ho trovato, così, il giusto compromesso a Livorno, anche se lontano dalla mia Calabria. Una terra che è fonte di ispirazione costante nelle mie creazioni pittoriche”.

Specie nei suoi quadri della collezione “Waves” e nei successivi, con colori che richiamano alla mediterraneità, al mare e a tutto ciò che c’è intorno.

La pittoscultura di Bianco con i materiali di riciclo

Da undici anni Stefano Bianco arricchisce la sua prima collezione, in cui unisce pittura e scultura. Nel gergo artistico la chiamano pittoscultura, un concetto che va oltre la tecnica.

“L’intento è coinvolgere in un’altra dimensione chi osserva l’opera. Un’esperienza che, nell’osservazione, risveglia altri sensi, specie il tatto. In questo modo c’è maggior partecipazione. Si viene a creare un dialogo autentico tra l’opera d’arte e il suo fruitore”, mi spiega Stefano.

Quadro di Stefano Bianco, con variazione dell'azzurro

“Azzurro”, collezione “Cross & Lines”, Bianco

La pittoscultura ha il sapore di una nuova vita: in queste opere, infatti, Stefano Bianco usa polistirolo, legno, fogli di giornali e altri materiali di riciclo che, altrimenti, sarebbero finiti nella spazzatura.

“Trovo oggetti che per gli altri non servono più. Li assemblo e li rivesto con della stoffa. E, poi, dipingo con colori acrilici”, mi confida Bianco.

Sono per lo più quelle delle collezioni “Intrusioni” e “Cross & Lines”.

Così, i suoi quadri, che amalgamano pittura e scultura, riprendono le onde del mare, le vele delle barche, il movimento lento e altalenante dell’inconscio, delle speranze, dei pensieri.

E si legano al rispetto per l’ambiente, a nuove forme espressive, a emozioni tutte da vivere.

Alla fine di questo viaggio artistico con Stefano Bianco

La precisione segna il percorso di questo pittore calabrese, che ha frequentato la scuola Orafa e continuato la sua ricerca all’Accademia Belle Arti di Brera.

Quadri di pittoscultura in piccolo formato, opera di Bianco

Pittoscultura, piccolo formato

E non si ferma.

Non so come facciano gli artisti a capire quel che vogliamo sentire, quelle coccole che ci scaldano il cuore, che alimentano la nostra riflessione.

Stefano Bianco e gli artisti calabresi che ho intervistato su questo blog (Pietro De Seta, Giuseppe Filosa, Francomà da Rende) mi hanno fatto comprendere un aspetto fondamentale: il lavoro del pittore non finisce quando il suo dipinto è attaccato alla parete e gli attrezzi sono stati ripuliti dai grumi di colore.

È negli occhi di chi lo guarda da ogni angolazione che, invece, si compie il tutto, in uno scambio di sguardi che dura all’infinito.

Ognuno con la sua tecnica, con la stessa costanza, con il coraggio di scelte e con questa Calabria a far da sfondo a colori che aprono una finestra per ammirare il bello che c’è.

11 commenti
  1. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    Bei quadri davvero.
    Credo dovremmo ampliare la nostra collezione con dipinti di Bianco.
    Abbracci sister.
    Ottenove

  2. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    Grazie cara.
    Guardando i venti quadri (tutti non li ho potuti pubblicare) ho avuto la sensazione di aver incontrato già quelle donne ritratte da Stefano Bianco.
    Poi l’idea della pittoscultura con materiale riciclato? Top!
    Abbracci di cuore,
    Ottenove

  3. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    Grazie Raffo.
    L’arte introspettiva che scruta gli altri per far conoscere anche se stessi.
    Ricordando io e te all’Ermitage e alle mostre d’arte a Roma.
    Abbracci,
    Ottenove

  4. Ennio Liparoti
    Ennio Liparoti dice:

    Complimenti al Pittore che ammiro per la forte volontà di esprimere il suo “intimo” attraverso un quadro, ma soprattutto perchè lo fa con “passione”, dopo il suo normale lavoro!! Bravo! Ad maiora!!
    E complimenti ad Alessia per aver descritto con professionalità il “lavoro” che ha visto nel pittore!! A presto!!

  5. Giovanni Pastore
    Giovanni Pastore dice:

    Brava Alessia. Un altro bel viaggio dentro ingranaggi emotivi che raccontano mondi diversi, modi di essere, di vivere la calabresità.

  6. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    Grazie di cuore Ennio e benvenuto su Ottenove.
    L’arte come introspezione aiuta nell’ascolto e nell’essere empatici, con colori che animano.
    Bravo soprattutto a Stefano Bianco per la tenacia.
    Abbracci,
    Ottenove

  7. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    La sorpresa davanti ai miei occhi.
    Grazie mille a te che sei maestro di scrittura e di umiltà.
    Abbracci,
    Ottenove

  8. Lydia Brewer
    Lydia Brewer dice:

    Salve. Sono Lydia da Londra. Fate anche ritratti o quadri da una foto? Se potete mandarmi un messaggio in privato. Grazie.

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