Mistery Hunters: alla scoperta della Calabria degli enigmi

associazione mistery hunters tra i giganti di pietra campana

La Calabria di misteri ne ha tanti. Belli, s’intende. Si intrecciano alle leggende e alla tradizione, in un legame stretto con la gente e i luoghi, manifestazione sincera del tempo passato e di una culla pronta ad accogliere il futuro.

La riscoperta e la valorizzazione di questi posti, scrigni ricolmi di tesori e dubbi, non segue più la linea tradizionale. Almeno, non con l’associazione culturale “Mistery Hunters”, uomini e donne a caccia di ciò che vi è davvero nelle viscere di questa terra.

Sono rimasta così affascinata dal loro modo di porre l’accento sulla Calabria, di far conoscere il patrimonio storico-culturale e archeologico instillando dubbi, che li ho contattati. Così, sono emerse tante di quelle strade, non convenzionali, che molti appassionati seguono per andare oltre gli steccati. Con occhi nuovi.

Vieni con me!

Associazione culturale “Mistery Hunters”: 10 anni di scoperte

membri associazione mistery hunters a zungri

A Zungri

“È nata in modo casuale. Io, Giuseppe Oliva e altri due ragazzi ci trovavamo per parlare dei nostri interessi, come la passione per i templari, l’archeologia antica misteriosa, il paranormale. Siamo partiti dal nulla, poi pian piano si sono avvicinate altre persone. Così ci siamo strutturati come associazione culturale. Se all’inizio ci occupavamo solo di mistero, come l’ufologia, poi sono arrivati i contatti con le associazioni. Da lì è iniziato un nuovo modo di conoscere e valorizzare il territorio. Infatti, c’è stata la riscoperta di alcuni luoghi calabresi sconosciuti ai più, come Zungri”.

È quanto mi racconta, con tono pacato, Gianluca Santaniello, il vice presidente dell’associazione con sede a Cosenza. Assieme a lui, nel direttivo, c’è Giuseppe Oliva (che adesso è presidente), Alfonso Morelli (segretario) e Paolo Mottola (tesoriere).

L’associazione conta 30 tesserati e oltre 40 persone dell’associazionismo che vi gravitano attorno. Una rete del tutto nuova per riconsiderare la storia e i posti della Calabria attraverso ricerche indipendenti e approfondimenti critici e razionali. “Studi e indagini che possono essere utili alle spiegazioni o al più semplice dibattito sull’origine della cultura umana e della sua storia fino ai giorni nostri”.

I misteri di Zungri e dei Giganti dell’Invallicata di Campana

Gianluca mi parla dell’insediamento rupestre di Zungri, una città scavata nella roccia che ha attirato l’attenzione di ricercatori e archeologi. Popolazioni che lasciano il segno e amanti del mistero che lo vanno a cercare per decodificarlo. Con “attitudini squisitamente scientifiche e documentali. Con la speranza di poter divulgare e dar voce a quella parte del nostro passato che ancora aspetta di essere ri-scoperta, approfondita e divulgata e soprattutto ‘denudata’ da ogni fine strumentale”.

Si ferma un attimo. Poi continua in questo viaggio insolito per me. Fino a portarmi davanti all’Elefante e al Ciclope, le maestose “statue di pietra”, che svettano fuori il centro abitato di Campana. Sono i Giganti dell’Invallicata.

“Diversi studiosi si sono concentrati su queste statue forgiate dal vento che avrebbe conferito loro queste sembianze. Però, l’ipotesi che siano state realizzare e innalzate da una popolazione autoctona sta guadagnando terreno. Infatti, stando alla teoria dell’archeologo Domenico Canino, con cui collaboriamo spesso, il pachiderma identificherebbe un Elephas Antiquus, una specie di elefante vissuta nel Pleistocene ed estinta circa 11.500 anni fa.

La zanna, infatti, è rivolta verso il basso e seppur mutilata raggiunge la lunghezza di 180 cm, completa sarebbe stata 220 centimetri. Proprio come quelle fossili ritrovate nel rione Archi di Reggio Calabria alcuni anni fa.

I megaliti sarebbero, dunque, stati scolpiti in epoca preistorica. I resti fossili dell’elefante, inoltre, sono stati ritrovati nel lago Cecita a 20 km da Campana. Ciò avvalora la tesi che potrebbe essere un pachiderma, scolpito poi dall’uomo”.

Saracena e l’enigma dell’affresco dell’Ultima cena calabrese

affresco ultima cena calabrese a saracena

Affresco Ultima cena calabrese a Saracena

Scavare e raccogliere le testimonianze di avvenimenti su cui non c’è certezza storica. Tasselli importanti per creare il confronto e il dibattito che potrebbe portare alle verità. “Cerchiamo la particolarità. Anche il nostro modo di raccontare sui social di castelli, chiese, monumenti e quanto fa parte del patrimonio culturale calabrese è diverso. Vogliamo sondare e instillare dubbi.

Nel 2019 abbiamo portato alla ribalta delle cronache l’Ultima cena calabrese. Si trova in una stanza del convento dei Cappuccini a Saracena. Alcune parti dell’affresco sono sparite. Il nostro post ha ottenuto una eco incredibile, tanto che lo scrittore Dan Brown ha ritwittato la notizia”, dice Gianluca.

E mi racconta dello stato di abbandono del luogo, delle indagini sul “Leonardo calabrese”, dei rimaneggiamenti e dei collegamenti fatti dagli studiosi. Ma, soprattutto, della loro intenzione, assieme all’associazione Mystica Calabria di Castrovillari (che ha avuto un ruolo attivo in questa scoperta), di non mollare la presa.

I misteri irrisolti di Saracena – anticipa Santaniello – finiranno in un progetto corposo che raggruppa i luoghi più interessanti della Calabria. Posti avvolti da enigmi.

La mappa dei 180 luoghi misteriosi calabresi e le escursioni

castello amendolara

Castello Amendolea

Rimane un segreto questa mappatura. Ma qualche indizio Gianluca me lo concede, parlando di alcuni luoghi d’interesse censiti. Come: Castrovillari e Umbriatico, sulle orme dei templari. Nardodipace: per i menhir. Zungri, Casabona, Verzino: con le grotte rupestri. Le città fantasma di Pentedattilo e Roghudi. La cultura armena a Brancaleone e quella bizantina a Rossano.

Canyon di Lazzaro e Vallicupe: bellezze paesaggistiche. Giganti di Cozzo del Pesco a Rossano e il Platano orientale di Curinga: bellezze botaniche. Diapiri Salini di Zinga, Calanchi di Palizzi, Marchesato Crotonese: bellezze naturalistiche. Civita, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro e Pallagorio: cultura arbëreshë. Così come i castelli e le torri della Calabria: cultura dei vari popoli che hanno dominato la Calabria.

La lista è bella lunga, segno di una terra che ha davvero tanto da offrire. Percorsi da ammirare e su cui soffermarsi. Lo sanno bene i membri dell’associazione culturale “Mistery Hunters” che insieme al CAI Cosenza fanno delle splendide escursioni. Le prossime in calendario sono a:

  • Aspromonte (9-10 luglio);
  • Fiumefreddo (17 settembre);
  • Laino Castello (15 ottobre).

Intanto sulla loro pagina continuano a postare curiosità e aneddoti sconosciuti sui castelli della Calabria. Su chiese cadute nell’oblio. Su poeti e scrittori che hanno esaltato questi territori, culle di antiche popolazioni. Percorsi che mi hanno incantato e che spero, davvero, di fare concretamente anche insieme a voi, cari lettori di Ottenove. Perché il bello bisogna sentirlo sulla pelle e farlo arrivare nell’anima.

N.B. Foto gentilmente concesse dall’associazione culturale “Mistery Hunters”, a cui va il mio ringraziamento. Trovate altri scatti meravigliosi e storie incredibili sui loro canali social!

3 commenti
  1. Simo
    Simo dice:

    Che bello, anche io sono affascinata da questo racconti, meravigliosa Calabria….grazie Alessia per farcela scoprire da così tanti e diversi punti di vista…😘

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