Un viaggio lungo una vita, quella della giornalista e scrittrice cosentina Rosalba Baldino, con una valigia di parole che l’accompagnano in ogni avventura, pronte a svelare la loro forza e la loro delicatezza nei momenti importanti. Timbri che segnano le tappe, con nuove amicizie, certezze e speranze che, sulla pagina del suo passaporto dell’anima, mostrano la strada che ha percorso e il coraggio per quella ancora da fare.
«La scrittura ha bisogno di maturare dentro. Ha i suoi tempi che voglio rispettare per far rivivere la storia e le sue atmosfere. È come un mosaico: ogni piccola tessera, con la sua forza espressiva, dona luminosità. Aspetto quello scintillio. Avviene ogni volta ed è un rito magico in cui scrittura e lettura si abbracciano in un legame eterno», racconta.
Una tisana con Rosalba Baldino, giornalista e scrittrice
Indice
Da tempo speravo di poter prendere una tisana con Rosalba. Una pausa tra i nostri impegni per parlare della scrittura e della lettura, continuando a coltivare questa rubrica (a inaugurarla Martino Ciano). Sì, perché Rosalba è una donna dalle mille risorse, una professionista che mantiene il suo asse sulla terra ferma, su quell’umiltà che la contraddistingue.
Ha scritto “Il bambino rapito (Falco editore, 2009), “Scintilla AT20” (Falco editore, 2014), “Piccola e Fragile” (edito da Gruppo di lavoro Piccola editoria – Ordine dei Giornalisti – Consiglio nazionale), “I cristalli di Francesco” (Falco editore, 2016). E ha curato il volume “Controluce. Racconti dal carcere” (Dignità del Lavoro, 2017).
Ci sentiamo per telefono: è sfumata la possibilità di sorseggiare insieme una tisana calda, anche se ci ripromettiamo di berne al più presto una all’anice stellato. Nonostante la distanza, il filo non ha perso, però, la sua naturalezza, coccolata dalle riflessioni su questa Calabria in cui, entrambe, abbiamo deciso di restare.
Io trovo pace nel mare che mi culla le mattine e le sere in una Cittadella d’inverno sonnecchiante, Rosalba nelle ricche sfumature della collina di Magli, (frazione di Casale del Manco, nel cosentino), dove vive da quando è nata.
Volto noto dell’emittente televisiva Teleuropa network (è caporedattrice del TgTen), Rosalba dosa le parole. Non per paura o per diffidenza, ma per il rispetto verso chi l’ascolta: scandisce per farmi gustare i suoi pensieri, le sue descrizioni e i suoi ricordi che s’intrecciano con tutti progetti futuri (ottenove) e altri che hanno preso il volo.
Pagina dopo pagina
«Il primo libro che ho letto? Forse uno di favole. Ma certo non potrò dimenticare il rituale dell’infanzia a casa di mio nonno Salvatore, quando portava il giornale. Non sapevo ancora leggere bene, ma toccare la carta, accarezzare le lettere e capire che mi mettevano in contatto con quel mondo che raccontavano, mi riempiva di emozione». Le porte dell’universo da scoprire erano sotto i suoi occhi vispi e dolci.
«Da subito ho capito che c’era un mondo da esplorare, delle storie da conoscere. Quel tocco materiale della carta era il passaporto che mi ha portato, fin da allora, a quello che era il mio appuntamento nel futuro: la scrittura, anzi le scritture. Sì, perché i riflessi del futuro li vedi e li riconosci», racconta Rosalba.
Gli occhi dell’infinito
La conoscenza ti consentirà di crescere nel mondo e nel lavoro. Era la frase che le ripeteva la mamma, non certo per farla diventare ambiziosa, pronta a schiacciare gli altri, ma per capire le sfumature dell’animo, per comprendere le dinamiche della realtà e, con l’umiltà che contraddistingue questa professionista calabrese, di essere empatica.
In questa nostra “tisana virtuale”, Rosalba mi parla spesso di Rita, sua madre, una donna moderna che ha creduto in lei, nella sua indipendenza intellettuale.
«Era moderna. Nei suoi occhi azzurri – mi ricordano il mare – vedevo il mondo, l’infinito. Ha sempre creduto, con i fatti, nell’emancipazione delle donne. Mi ha insegnato a non dipendere dall’idea dilagante del principe azzurro. Come? Con lo studio e la conoscenza, l’amore diventa parità». E continua: «Leggere, imparare, studiare erano le possibilità che lei e mio padre Francesco mi hanno donato per essere libera e superare i limiti imposti dall’esterno. Ecco, mi hanno trasferito la libertà intellettuale che è l’eredità più bella».
Le radici sono anche ali
Rosalba è nel suo studio di Magli. Mi parla di alberi di ulivo che dipingono la collina, pennellate che cambiano con il ritmo delle stagioni. Ha scelto di non andarsene dalla Calabria: le sfide ci sono sempre state e lei le ha affrontate, anche con l’affetto degli amici d’infanzia, quelli di sempre.
Forse, dico forse, altrove sarebbe stato più facile, ma non è lungo il viaggio che si assapora il traguardo?
«Sono diventata giornalista professionista nella Calabria in cui vivo. Era il mio sogno, adesso è il mio lavoro. Questa collina con i suoi robusti uliveti mi ha dato la forza, come i miei genitori: persone concrete, ancoraggio nelle vittorie e nelle delusioni». Si ferma un attimo come ad accarezzare quel flusso di parole che condivide con me, quella delicatezza che prende forma nel tono calmo della voce.
E riprende: «Non riesco a pensare alla mia vita senza il giornalismo, senza la scrittura. Anzi, le scritture: tra le diverse che esistono (per la tv, per il web, per la carta stampata, per il cinema, per il teatro, per la musica e altre ancora) quella creativa è diventata, col tempo, il mio stile di vita. È una ricerca continua sulla parola. Forse il web ci ha un po’ confinati in alcuni circuiti. Vorrei che si ricominciasse a esplorare le parole, quelle che arricchiscono. Quelle che non conosciamo per poi scoprirne il significato e cominciare ad apprezzarle, a usarle per non buttarle nell’oblio».
La redazione è famiglia
«Ho scritto per giornali cartacei, poi sono approdata in Tv. Il tragitto non è stato facile e ogni giorno ci sono delle sfide, come in ogni professione. Ma ce l’ho fatta, grazie a quegli insegnamenti dei miei, alla concretezza».
«Sono una persona fortunata: nel lavoro, ho dei compagni di viaggio che sono diventati famiglia. Con Attilio Sabato (direttore di Ten) ci conosciamo da 25 anni, il riconoscimento della professionalità di entrambi è stato immediato. In questo viaggio ci sono i colleghi giornalisti Gianluca Pasqua, Isabella Roccamo, Anna Franchino, Marisa Fallico; il regista Luca Achito (lui e Rosalba mi hanno ospitato nella rubrica Segnalibro, ndr); Carmela Formosa (responsabile del palinsesto) e Franca Chiarelli (già editore di Rete Alfa, ora di Wdi, agenzia di comunicazione). Come i tecnici e quanti lavorano ogni giorno per questa storica emittente calabrese. Ecco, non abbiamo mai abbandonato, anche nelle difficoltà. Ci siamo stretti e insieme superato tutto, tenaci proprio come i libri ben rilegati», racconta d’un fiato Rosalba.
La biblioteca di Magli
Da piccola, due volte a settimana, Rosalba trascorreva i pomeriggi nella biblioteca scolastica di Magli. Una scuola all’avanguardia con tanti libri a disposizione degli alunni.
I fili della narrazione tra passato e presente s’intrecciano di nuovo. Sì, perché Rosalba da cinque anni è diventata direttrice della biblioteca a Magli, nella sede dell’associazione onlus “C-siamo”, da cui prende il nome. Stanze che hanno una loro storia, con oltre 5 mila volumi, molti donati dalla famiglie di Casale del Manco e del territorio.
Manifestazioni, reading e incontri letterari, organizzati dalla onlus (il presidente è Concetta Caravetta, il suo vice Irene Longo, e il tesoriere Maria Antonietta Gallo), animano questo paese dell’entroterra cosentino.
Tra gli scaffali, si trovano anche volumi sulla Calabria. «Siamo inseriti nel sistema bibliotecario nazionale con una sezione calabrese. Proiettare la Calabria in Italia è la sfida di ogni giorno, come quella di riportare la bilancia in parità. E deve partire da noi calabresi, cambiando anche il modo di narrare questa terra».
Il discorso non fa una piega. Anzi, in questo libro aperto, segno questo passaggio con fissando le orecchiette in cima alla pagina.
Biografia
Rosalba Baldino, laureata in storia moderna all’Università della Calabria, è giornalista professionista. Lavora per l’emittente regionale calabrese Teleuropa Network (caporedattore del TgTen).
Autrice di trasmissioni e inchieste televisive, si è occupata di approfondimenti sulle delicate tematiche del sociale e della ricerca scientifica. È tra i componenti della giuria del premio letterario internazionale “Antonio Proviero” di Trenta (Cs). Per la sua attività giornalistica ha ricevuto i premi giornalistici: “Cronaca e Cultura” promosso dall’associazione Grigio Verde di Cosenza (25 giugno 2000), “Calabria Citeriore” (giugno 2004), “Suor Elena Aiello” del Leo Club Cosenza (10 novembre 2012), “Cronaca e Cultura” del comune di Cosenza (giugno 2013), “Una donna la sua storia” (marzo 2017). Tra i vincitori del premio “Gullo” per un racconto inedito sul Mezzogiorno. È socio corrispondente della prestigiosa “Accademia cosentina” (aprile 2015).
Docente di scrittura creativa nel corso promosso da comunità terapeutica “Il Delfino” (anno 2010). Responsabile dei laboratori di scrittura creativa nelle carceri di Paola e Cosenza (2016-2017) nell’ambito del progetto “Liberi di Leggere”, promosso dall’associazione “LiberaMente”. Curatrice della rubrica “La città delle parole” (corso di scrittura creativa) per il magazine “People life” (anno 2014).