Sergio Pugliesi, liutaio calabrese dall’anima innovativa

Le sue chitarre artigianali sono richieste in tutto il mondo. A suonarle noti musicisti, come Mimmo Cavallaro e Francesco Loccisano

Già a guardare la parete colorata e la porta della bottega di Sergio Pugliesi immagini che dentro troverai un mondo meraviglioso.

Quel che non ti aspetti è lo spazio piccolo, in cui questo liutaio calabrese però si muove con armonia usando gli arnesi del suo mestiere. Come se le sue braccia e le gambe fossero un’estensione di quegli strumenti a cui dà vita: chitarre acustiche, classiche, elettriche, lire e chitarre battenti.

Tutte in legno. Fatte a mano. Personalizzate. Hanno il marchio “Oliver Guitar”, scelto da Sergio quando ha iniziato questa sfida nel cuore di Scilla.

Andando contro corrente. Ma lui quella porta l’ha aperta.

Che ne dici, entriamo?

Sergio Pugliesi e la passione per gli strumenti musicali

Sergio Pugliesi, liutaio calabrese dall’anima innovativa“Mi sono avvicinato alla musica a 10 anni. Ho sempre avuto l’anima rock. Quel che mancava era la chitarra e l’abilità a suonarla. Ma non mi sono scoraggiato.

Giuseppe, uno dei miei fratelli, aveva una chitarra classica che non usava. Accanto c’era anche un canzoniere fatto a mano. Ho impugnato la chitarra e piano piano, da autodidatta, ho imparato a suonarla. Qualche anno dopo, con i soldi del lavoro stagionale, ho comprato la mia prima chitarra elettrica”, mi racconta Sergio.

Ha la voce allegra, entusiasta. Ogni tanto prende una pausa – scusandosi – per salutare qualche amico che passa dalla sua bottega nel cuore di Scilla.

La stessa bottega che era del padre e, ancor prima, del nonno. Non erano però liutai. “Sin dal mio trisavolo, la mia è stata una famiglia di falegnami. Dopo la laurea al Dams di Cosenza dovevo scegliere: andarmene dalla Calabria o restare. Scelta che si trovano a fare tante persone. Ho deciso di restare. E su questi stessi banchi in legno usati da mio padre, ho iniziato a realizzare strumenti musicali artigianali”.

Resto in Calabria e divento liutaio

chitarra elettrica Oliver GuitarUna liuteria in un paese turistico come Scilla? Nel 1998 sembrava un azzardo. Quasi come un laureato che sceglie di far l’artigiano invece d’inseguire la carriera.

Ma a Sergio poco importa. “All’epoca c’era il prestito d’onore. L’ho ottenuto e ho comprato una sega a nastro e una combinata. Macchinari per produrre chitarre a mano. Ho iniziato con le classiche. Alcune le riparavo, altre le realizzavo artigianalmente. Sempre però con l’intento di superare la tradizione, come migliorare l’intonazione della chitarra classica.

Studi, ricerche sulle tecniche costruttive, sui materiali, sugli strumenti musicali, forte anche del mio percorso universitario. Per i primi 10 anni è stata davvero dura: ci sono state tante sfide, ma non ho mai mollato. Adesso posso dire di aver fatto bene a restare in Calabria”, continua Sergio.

Nel 1999 nasce la liuteria “Oliver Guitar”: nome scelto a caso da Sergio. E mentre me lo confida, sentire la sua risata mi fa star bene, come il suono dei suoi passi in questa avventura.

Come nasce una chitarra artigianale Oliver Guitar

Sergio Pugliesi taglia il legno per chitarraSono tanti i musicisti a suonare chitarre artigianali di questo maestro liutaio di Scilla. Le richieste arrivano da tutto il mondo. La lista di attesa è di almeno un anno. “È un lavoro artigianale. Certosino. La mia passione si fonde con quella del musicista. Si crea sintonia. Per un singolo pezzo impiego circa due mesi”.

Le fasi? Tutto parte dalla conoscenza del cliente, con cui Sergio parla per capirlo musicalmente. “Inizio con il disegno. C’è poi la scelta delle essenze lignee: uso la sequoia centenaria, l’acero marezzato, l’ebano, l’abete rosso di Sitka. Materiali che provengono da ogni parte del mondo. C’è il taglio e la preparazione del legno. Dopo costruisco la tavola armonica, le fasce e il fondo. Assemblo la cassa armonica.

Procedo col taglio della tastiera. Taglio del manico. Un nuovo assemblaggio, con sagomatura del manico e della tastiera. Unisco il manico alla cassa armonica. Rifinisco la chitarra. La carteggio. La vernicio con vernici naturali e la lucido. Per una settimana eseguo dei test sonori. E poi la consegno”.

La chitarra battente e i modelli Loccisano

Chitarre del liutaio Sergio Pugliesi“Nel 2010 riesplode la tarantella. In quegli anni viene da me Francesco Loccisano, artista strepitoso. Vuole riparare una chitarra battente, strumento seicentesco, diventato di punta nella tarantella. Gli propongo di realizzargliene una ma con dei cambiamenti. L’idea piace a Loccisano, che si è fidato di me. Della chitarra battente prendo solo l’essenziale, come l’accordatura rientrante, le corde sottili e la forma bombata. Tutto il resto è innovato”, racconta Sergio.

“Non ci si può basare sulla tradizione. In alcune parti va trasformata, superata. Altrimenti staremmo sempre fermi. Così ho fatto con la chitarra battente, con materiali nuovi come la fibra in carbonio e trasformazioni per migliorare il tutto. Ci ho lavorato per sei mesi. Quando l’ha impugnata e suonata Loccisano si è emozionato”.

Tanto da diventare il modello Loccisano. Inizia il passaparola. Arrivano le richieste da tanti altri musicisti e studenti. Mentre Sergio continua la collaborazione con Loccisano, tanto che nascono altri tre modelli. Tra questi OL18 (Oliver-Loccisano), OL19. Sempre apportando migliorie. E mette a punto altre novità per gli strumenti che realizza da anni.

Alla fine del viaggio con Sergio Pugliesi

scheletro chitarra artigianale in legnoSergio Pugliesi è tra i pochi liutai certificati in Calabria. La sua avventura, iniziata 22 anni fa, impreziosisce ogni giorno la sua vita professionale e umana. I musicisti che passano dalla sua bottega a Scilla parlano con lui, si affidano alla sua esperienza. Tra i suoi clienti affezionati anche Marcello De Carolis, Attilio Turrisi, Marcello Vitale, musicisti di spessore di chitarra battente. E che dire di Mimmo Cavallaro e Francesco Loccisano due grandi interpreti e innovativi della musica calabrese? Con una storia che, come hai visto, s’intreccia con quella di Sergio.

La leggerezza del suo tocco si riflette nel suo tono, nel suo modo di parlare. Nulla di superficiale, tutto essenziale. Sempre con allegria.

Come Marianna e Nicola Procopio, anche Sergio sapeva che restare in Calabria non era facile. L’ha provato sulla sua pelle. Ma ha resistito, credendo in quella sua passione ai più avversa.

Sergio Pugliesi, maestro liutaio di Scilla, continua la sua evoluzione, convinto che la tradizione vada anche “tradita”. Ad amare la musica. La sua bottega.

In questo piccolo regno, tra chitarre, odore dei trucioli in legno, bozzetti, foto e utensili, e il miagolio di un gatto si staglia questo maestro liutaio. Sembra un gigante, anzi lo è. Perché chi sfida le convenzioni, gli stereotipi, mostra il coraggio delle sue scelte.

Che lo rendono grande ai suoi occhi e a chi li lo guarda con sincera ammirazione.

Ottenove

N.B. Parte delle foto sono state gentilmente concesse dalla fotografa Sarah Morabito, che ringrazio di cuore!

8 commenti
  1. Sergio Pugliesi
    Sergio Pugliesi dice:

    Lascio un commento di lode ad Alessia per questo blog e in particolare per l’articolo che ha egregiamente scritto sulla mia bottega. Ho capito sin dai primi contatti la sua professionalità e ho appena letto, in questo ritratto, la sua abilità nel sintetizzare, ma senza tralasciare nulla. Brava , Bravissima.

  2. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    Caro Sergio,
    sono io a ringraziare te per l’emozione che mi hai regalato. Mi sono sentita davvero dentro la tua bottega, sentendo il profumo del legno e del tuo ingegno. Spero di vederti presto a Scilla (senza gatti!) e di continuare questa bella avventura alla scoperta della musica calabrese e degli strumenti.
    Ti abbraccio forte,
    Alessia

  3. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    Caro Raffo,
    da sempre volevo scrivere sui liutai. Sergio è uno di loro, però innovatore. Mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti, sull’importanza della trasformazione anche quando si parla di tradizione.
    Ha deciso di restare in Calabria. Ha provato le delusioni e gli attacchi. Ma non ha mollato. Adesso i suoi strumenti musicali sono richiesti in tutto il mondo. E io non lo conoscevo. Anche per questo sono felice di aver condiviso questa bella storia di Calabria.
    Ti abbraccio forte come sempre,
    Ale

  4. Marianna
    Marianna dice:

    Come sempre Alessia riesci a trasformare in emozione il lavoro di artigiani che come Sergio creano…innovandosi ogni giorno.

  5. Alessia Antonucci
    Alessia Antonucci dice:

    Cara Marianna,
    come stanno i bachini? La vera emozione la create voi artigiani. Resilienti e amorevoli.
    Abbracci a voi tutti.
    Alessia

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *